Commento del 30 luglio 2013
Giustamente si deplora che i sraecdoti parlano poco dell'argomento. Forse perche9 non sono convinti, ma forse anche perche9 di certe cose e8 difficile parlare nelle riunioni di gruppo a cui presiede troppo spesso una sofistica superficiale e ciarliera, che non favorisce i pensieri profondi e meditativi. Oggi si fanno troppe taviole rotonde e c'e8 il pericolo che la chiacchiera soffochi la riflessione. Anche sulle ragioni della fede un vero credente spesso preferisce tacere, perche9 certe cose non si possono far capire a chi non ha fatto certe esperienze. Cif2 che e8 pif9 intimo e personale si preferisce nasconderlo sotto un velo di sacro pudore anziche9 esporlo all'irriverenza dei chiacchieroni. Cif2 non toglie perf2 che effettvamente bisognerebbe tornare ad una pif9 meditata motivazione, che viene meno in assenza di una profonda cultura cristiana assenza oggi molto sentita. Monogamia e fedelte0 coniugale non credo si possano paragonare al discorso dei preti sposati . Questo non mi sembra giusto. Infatti puf2 succedere che un uomo sposato si innamori e che si trovi ricambiato . Dunque, se le regole sono uguali per tutti , l'impegno del prete e8 analogo a quello dell'uomo sposato. Per rispondere poi alla domanda sulla differenza tra il rito latino e quello greco, ripeto che non si puf2 fare in poche righe. Chi non ha studiato dunque dovrebbe essere prima di tutto umile e docile nell'accettare la tradizione della Chiesa e poi fare lo sforzo di procurarsi i testi indicati e di leggerli e meditarli attentamente. Senza litigare, naturalmente!




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